30.1.09
27.1.09
frullato
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26.1.09
gaetanamando
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20.1.09
banalità nell'era delle multinazionali
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17.1.09
look back in anger
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13.1.09
criaturi
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10.1.09
operazione piombo tufo
safa joudeh, pag. 5 di la Repubblica
* riferito ai miei superiori gerarchici ("perché da un punto di vista intellettuale ed etico non è che li stimi poi tanto", cit. oroscopo ariete di velvet)
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8.1.09
5.1.09
intorno alla remota ipotesi di gentrificazione di via francesco tedesco
è inesorabilmente condannato a restare deserto per gran parte della giornata.
a questo punto, si forma un circolo vizioso:
questo “vuoto”, anche se protetto contro le varie forme di degenerazione,
ha scarsa capacità di attrazione perché non dispone di una sufficiente riserva di utenti potenziali, e finisce col diventare terribilmente monotono e deprimente.
nelle città la monotonia e lo squallore crescono su se stesse,
come d’altra parte la vivacità e la varietà;
e questo principio fondamentale,
oltre a reggere la vita sociale della città,
è valido anche per la loro vita economica.
pag.91, vita e morte delle grandi città, di jane jacobs
dopo stasera, ultimo live in programma, chiude i battenti il new revolution, squallido, e in ogni caso impareggiabile locale della caliginosa movida avellinese. a pochi metri sorgerà il parco urbano di santo spirito, che corre adiacente al letto del finestrelle. lì intorno si parcheggiava l’automobile, inzuppandosi di fango le scarpe e il cuore. sempre buio umido intorno e nessuna ipotesi valida di espatrio. poi, è vero, attraeva una quantità non disprezzabile di utenti, perché il resto è peggio o molto distante. stasera la città diventa o più povera o più accorta ai luoghi in cui vive. finché poi, alcuni espatriano.
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4.1.09
prova post tipo duemila&nove
la partecipazione alla vita pubblica è insufficiente.
la gente è chiamata alle urne ogni quattro anni
e nel frattempo (il governo) fa quello che vuole
josé saramago
è di sicuro uno smottamento lessicale a far sì che i rifondaroli non digeriscano più i fagiolini (intesi come i seguaci dello psicanalista ex amico di faustobertinotti). un qualcosa che deriva dall’eccedenza di parole, smistate da sprovveduti, enfatizzate da parolai, come me medesimo, ignari fino in fondo del potere che esse detengono. cosicché la democrazia rischia di divenire una redistribuzione di nonsense anziché di risorse, con le quali ciascuno può sfrantummarsi come vuole, persino, con un sussulto di dignità, suicidarsi, laddove non gli va. dunque, opera di ingegno potrebbe essere semplicemente chiarificare, decantare, filtrare, se volete, disinfettare.
acqua&neve sulla citta(dina) e bianco a spruzzi intorno. l’ordine visuale urbano in orizzontale potrebbe essere l’acme raggiunto da un secolo a questa parte. ciò che manca è la diversità di usi, di generi e di questioni (al centro del dibattito pubblico). nell’annuale classifica stilata dal sole24ore, i dati certificano il costante divario dal resto del paese, il leggero vantaggio sui vicini di regione. ma ultimi, senza speranza, sul fattore immateriale più importante, l’indice di soddisfazione personale. e poco da aggiungere, se non che i dati sono provinciali, e a nulla serve che a commentarli siano gli amministratori della città capoluogo, per giunta inutilmente gai.
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