17.5.09

uomo marginale

The marginal man...is one whom fate has condemned to live in two societies and in two, not merely different but antagonistic cultures....his mind is the crucible in which two different and refractory cultures may be said to melt and, either wholly or in part, fuse.

Robert E. Park



al connazionale in visita in capitali europee piace essere ritratto alla fermata dell’autobus, che in patria raramente gli capita di utilizzare, in mezzo ad un gruppo etnicamente composito, donne in chador colorati, rubizzi uomini bianchi in panama bianco e compagnia bella. forse riconosce, a pelle, i segni solo esteriori di una politica di integrazione che in patria è duro individuare e che comunque non è interessato a documentare. al suo ritorno a casa accende stancamente la tivvù. ha un moto di raccapriccio al fluire delle solite notizie. spegne l’elettrodomestico a scatola quando il telegiornale comicia a trattare dei respingimenti al largo del mar di sicilia. lontano duecentocinquanta chilometri, in quel momento, sua nonna, ottantanovenne, paralitica, è imboccata da una donna di mezz’età: viene da kiev ed è senza regolare permesso di soggiorno.

più spesso, in patria, gli capita di incontrare, sulla passerella di cemento che conduce alla stazione, finto progressiste che indossano pantaloni alla zuava mentre da dietro la staccionata il circolo dei pensionati rilancia lamentosi stornelli in romanesco. da lontano sembrano il richiamo alla preghiera di un muezzin; da vicino, riconosce l’inconfondibile voce di lando fiorini. nulla di strambo al confronto della musica techno proveniente venerdì notte dal forte pietralata, ultradecennale sede della caserma dei brigadieri di sardegna, vanto del nostro esercito. la stessa caserma, alle otto di ogni mattina, invece, puntuale, rimanda l’inno di goffredo mameli, giovane patriota morto per difendere la repubblica romana del 1849, eroe del nostro risorgimento. il busto suo e di altri uomini valorosi, in fila sul granicolo, all’ombra della gigantesca statua di garibaldi, è consumato dal tempo e da sporadici scalpellini. al momento, non sono previsti restauri.

il parcheggio al parchetto feronia non si farà. i diversi comitati di quartiere, riunitisi in un supercomitato, si mobilitano affinché lo spazio verde, circa 75 ettari, non sia sacrificato sul braciere della speculazione. ogni due giorni, alcuni volontari, che stazionano stabilmente all’ingresso del parco, tagliano l’erba spelacchiata. azioni ulteriori di guerrilla gardening non sono in programma e, a prima vista, l’area appare piuttosto dimessa. tutti i pali della luce di via dei durantini sono tappezzati di comunicati che convocano riunioni di emergenza e di trafiletti dell’edizione romana di la repubblica che riportano i propositi guerreschi dei promotori. forte critica viene espressa contro uno dei comitati, dissenziente, che appoggerebbe gli interessi dei costruttori, ovvero l’esecuzione del piano regolatore generale. di fatto, il resto del quartiere è un ammasso informe di palazzine, villette, rimesse d'auto, e pompe di benzina con una densità pari al texas, nel tempo è stato edificato favorendo lo stesso tipo di interessi speculativi. al tempo i comitati ancora non esistevano. i litigi erano, in ogni caso, frequenti.

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