10.6.08

emicranie

ogni tanto, sarebbe utile sbarazzarsi di cumuli stantii di dati, immagazzinati anni fa, in avanscoperta, modalità curiosità. i conflitti di sistema devastano il mio cervello. minano la mia resistenza. stanotte, quando su un fianco, mi mancava l’aria. ero costretto a risalire per riprendere il respiro e continuare a dormire. devo ricredermi. la qualità è l’essenziale. ed una faccia pulita. il barocco di una lingua finisce sempre per farla risultare falsa. il sole delle cinque batte sulla mia finestra d’ufficio. vietato uscire e godere roma di primavera. la notte le toglie metà del fascino, la gente. ieri, strascicandomi stanco su circumvallazione ostiense, mentre i primi schermi al plasma lanciavano l’inno nazionale, ho compreso perché (pure) questa fase della mia vita si concilia male con la cura delle pubbliche relazioni: a scanso di vuoti d’aria, non riesco a dormire meno di otto ore, altre dodici/tredici ore le impegno tra lavoro&pendolarismo, restano tre/quattro ore che sono la mia indispensabile dose quotidiana di sogni a occhi spalancati. intorno ai quali, lo ammetto, è difficile seguirmi.

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