da quando fresta non gioca più
la rivoluzione copernicana delle pubbliche amministrazioni,
nell’interpretazione paventata dal dirigente comunale, consisterebbe nella
trasformazione dell’ente pubblico da erogatore generoso di servizi a tagliatore
di costi, di posti e di pasti. è evidente che non crede nel nuovo imperativo e
che a mal partito subirebbe il cambiamento, come sempre ha fatto, con l’immobilità propria della
sfinge egizia. si espone in questa disamina perché mi reputa un partigiano del
taglio dei costi. evidentemente il mio lavoro non è altro che esercitarsi in un
gioco di artifizi. io, se esiste un io, che poco prima ero rimasto sconcertato
dalla scomparsa nel bar tabacchi delle schedine del totocalcio. con il vecchio barista
che giurava che la ragione risalirebbe alla scomparsa definitiva della
domenica.
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