plebisciti (con o senza primarie): 15 anni e più di storia irpina
l'insegna è attaccata alla ringhiera, ben visibile dalla strada: 'democrazia cristiana, comitato provinciale di avellino' . l'appartamento, al primo piano di un palazzetto di via tagliamento, nel centro della città, è lo stesso di tante battaglie. all' interno, nei corridoi e nelle stanze, campeggiano vistosi manifesti elettorali con il volto sorridente di ciriaco de mita. a voler dar credito ai segni esterni, qui non è cambiato nulla, il partito popolare è solo una sigla sulla carta. dei grandi cambiamenti nazionali sembra giunto solo l' eco: questo resta il terreno, il feudo dell' ex segretario della dc. e, per mettere le cose in chiaro e sgombrare il campo da ogni dubbio, qui hanno organizzato le primarie per le candidature, iniziativa unica in italia. si voterà probabilmente domenica 13 febbraio, per decidere chi sarà della partita. ma, più concretamente, per tributare un plebiscito di consensi a de mita, in risposta a chi lo invita da roma a mettersi da parte.l'iniziativa delle primarie è di enzo de luca, 45 anni, professore di geometria alle superiori, segretario provinciale del partito, eletto a giugno scorso e confermato il 18 dicembre all' assemblea costituente irpina. un demitiano di ferro. "non è - spiega polemicamente - la solita messinscena di cui spesso siamo stati accusati. non abbiamo voluto organizzare tutto per aiutare de mita dopo gli ultimi, incredibili attacchi che ha ricevuto. la decisione era stata presa dall'assemblea a dicembre scorso, io sto semplicemente eseguendo un mandato che ho ricevuto". la coincidenza temporale? secondo de luca, "per effetto di questo accavallarsi di date e di circostanze, verrà fuori il vero orgoglio di irpini e di appartenenti al partito". "vogliamo - si chiede - far fuori de mita? da qui non potranno non arrivare che consensi a tutta forza. e, poi: le candidature non possono essere decise sulle pagine dei giornali; noi abbiamo scelto un sistema democratico. l'unico legittimo".
di antonello velardi, da la repubblica del 2 febbraio 1994
le elezioni primarie, di coalizione (nel centrosinistra) o di partito (il pd) rischiano di rimanere solo un'ipotesi destinata ad accantonarsi definitivamente con il passare dei giorni, se non delle ore. il partito democratico sta valutando con concretezza la strada di designazione diretta dei candidati per il comune capoluogo e per la provincia di avellino. non s'esclude che, a stretto giro, arrivi una decisione definitiva in tal senso… insomma, le primarie - senza coalizione - finirebbero per risolversi in un «referendum interno» al partito democratico sui candidati, con il rischio di riaprire vecchie ferite dopo la ritrovata pace. un referendum sugli uscenti, giuseppe galasso e alberta de simone. la dirigenza di via tagliamento vuole ripartire dalla loro esperienza, anche se non mancano malumori. e, infatti, già circolano i nomi di possibili altri candidati come loro avversari. entrambi esponenti di spicco del pd. si parla di donato pennetta, assessore a piazza del popolo, e di gerardo adiglietti, vicesegretario provinciale. il primo sfiderebbe galasso, il secondo la de simone. confronti che si risolverebbero senza dubbio in una faida interna, in un partito già in difficoltà dopo le recenti batoste elettorali e l’addio di veltroni. e c’è da considerare che, con il passare dei giorni, diventa sempre più difficile l’organizzazione efficiente di un test come le primarie che deve garantire imparzialità. insomma, l’esito della conferenza programmatica rappresenterà, nel bene o nel male, un bivio per il partito democratico al fine di chiudere la partita delle alleanze. nel corso della due giorni di dibattito gli appelli all'unità sono stati numerosi: dagli esponenti istituzionali, ai sindacati, ai rappresentanti politici. a cominciare dal senatore enzo de luca.
di gianluca galasso, da il mattino dell'11 marzo 2009
di antonello velardi, da la repubblica del 2 febbraio 1994
le elezioni primarie, di coalizione (nel centrosinistra) o di partito (il pd) rischiano di rimanere solo un'ipotesi destinata ad accantonarsi definitivamente con il passare dei giorni, se non delle ore. il partito democratico sta valutando con concretezza la strada di designazione diretta dei candidati per il comune capoluogo e per la provincia di avellino. non s'esclude che, a stretto giro, arrivi una decisione definitiva in tal senso… insomma, le primarie - senza coalizione - finirebbero per risolversi in un «referendum interno» al partito democratico sui candidati, con il rischio di riaprire vecchie ferite dopo la ritrovata pace. un referendum sugli uscenti, giuseppe galasso e alberta de simone. la dirigenza di via tagliamento vuole ripartire dalla loro esperienza, anche se non mancano malumori. e, infatti, già circolano i nomi di possibili altri candidati come loro avversari. entrambi esponenti di spicco del pd. si parla di donato pennetta, assessore a piazza del popolo, e di gerardo adiglietti, vicesegretario provinciale. il primo sfiderebbe galasso, il secondo la de simone. confronti che si risolverebbero senza dubbio in una faida interna, in un partito già in difficoltà dopo le recenti batoste elettorali e l’addio di veltroni. e c’è da considerare che, con il passare dei giorni, diventa sempre più difficile l’organizzazione efficiente di un test come le primarie che deve garantire imparzialità. insomma, l’esito della conferenza programmatica rappresenterà, nel bene o nel male, un bivio per il partito democratico al fine di chiudere la partita delle alleanze. nel corso della due giorni di dibattito gli appelli all'unità sono stati numerosi: dagli esponenti istituzionali, ai sindacati, ai rappresentanti politici. a cominciare dal senatore enzo de luca.
di gianluca galasso, da il mattino dell'11 marzo 2009
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