lo scoppio che tutto tiene
c’è un temporale in arrivo,
c’è un temporale in arrivo,
senti l’elettricità,
c’è un temporale in arrivo sulla mia città,
porta novità, porta novità
jovanotti – temporale
cosa fai? (R: leggo/
introietto informazioni in esubero/
mi gongolo nell’autocompiacimento dell’over-information/
lascio che la mia sfera emotiva taccia
sotto il peso dell’ipertrofica sfera cognitiva)
l. – sms delle 17.09
cara irpinia, i tuoi figli hanno dovuto sempre combattere
e questo ha seminato nel loro sangue paura e diffidenza
ma adesso c’è bisogno di amare l’epoca stracciata in cui ci troviamo,
c’è bisogno di ricucirla giorno dopo giorno,
ora dopo ora.
è questa la rivoluzione a cui siamo chiamati...
adesso, cara irpinia, possiamo intrecciare le nostre debolezze
perché sono rimaste solo quelle,
adesso possiamo intrecciare le nostre paure
perché sono rimaste solo quelle.
quello che ci puoi dire tu, cara nostra terra,
e che possiamo disubbidire alle nostre debolezze e alle nostre paure.
eccola la nostra politica, l’abbiamo trovata,
è sul confine tra ciò che non vogliamo essere e ciò che possiamo essere.
franco arminio – otto pagine e comunità provvisoria
c’è un temporale in arrivo,
senti l’elettricità,
c’è un temporale in arrivo sulla mia città,
porta novità, porta novità
jovanotti – temporale
cosa fai? (R: leggo/
introietto informazioni in esubero/
mi gongolo nell’autocompiacimento dell’over-information/
lascio che la mia sfera emotiva taccia
sotto il peso dell’ipertrofica sfera cognitiva)
l. – sms delle 17.09
cara irpinia, i tuoi figli hanno dovuto sempre combattere
e questo ha seminato nel loro sangue paura e diffidenza
ma adesso c’è bisogno di amare l’epoca stracciata in cui ci troviamo,
c’è bisogno di ricucirla giorno dopo giorno,
ora dopo ora.
è questa la rivoluzione a cui siamo chiamati...
adesso, cara irpinia, possiamo intrecciare le nostre debolezze
perché sono rimaste solo quelle,
adesso possiamo intrecciare le nostre paure
perché sono rimaste solo quelle.
quello che ci puoi dire tu, cara nostra terra,
e che possiamo disubbidire alle nostre debolezze e alle nostre paure.
eccola la nostra politica, l’abbiamo trovata,
è sul confine tra ciò che non vogliamo essere e ciò che possiamo essere.
franco arminio – otto pagine e comunità provvisoria
strascico i piedi sul piazzale della partenza, due comignoli di mattoncini rossi sono i cardini di una bussola immaginaria, qui o lì? oggi non vorrei andar via, prima impugnerei la bacchetta magica per modificare lo spazio urbano, o almeno due o tre teste a caso. sarà perché le prime gemme verdi spuntano sui noccioli o che ai crocicchi delle strade si confabula animatamente sul futuro politico della provincia. è capitato anche a me. avvicinato da un bassista pronto a gettarsi nella mischia. dove già domani si arriverà alla conta decisiva. zio è ancora indeciso sul da farsi. dice che in queste occasioni si comunica a gesti ed è un problema di greggi. altrove di greggio, in ogni caso niente a che vedere con la democrazia. intanto mio padre teme che scoppi di precarietà, io che lui scoppi di colesterolo. ma oggi tutto si tiene, il sole tramonta di un rosso corallo, pure su questa terra calpestata. e provvisoria o meno, c’è una speranza sconfinata. poi per i reali cambiamenti si vedrà.
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